Antonio Manno

 

 

Pittore. E’ nato a Palermo nel 1739 e fondò insieme ai fratelli Vincenzo, Francesco e Salvatore, “una delle «botteghe d'arte a conduzio­ne familiare» fra le più fortunate che siano nate in Sicilia nel diciottesimo secolo”.
Allievo del modesto pittore Cambino, passò presto nella bottega di Vito D'Anna.
A partire dal 1780 Antonio iniziò a collaborare attivamente con il fratello Vincenzo a cui affidava soprattutto commissioni fuori Palermo, “timido” come era “di uscire dalle porte della città”.
Nello stesso anno prese in moglie Maria Sapienza Schettini.
Nel 1788 Antonio ricevette la nomina di Accademico di S. Luca e in quell'occasione inviò «un quadro idea di una volta dipinta in un palazzo di Palermo».
Nel 1789 ricevette la carica di Conte Palatino e di Cavaliere dello Speron d'oro.
Mori il 13 gennaio 1810. I solenni funerali che accompagnarono le sue esequie furono testimonianza del grande successo nella Palermo del tempo.
Nella sua opera Antonio Manno “evidenzia le raffinatezze cromatiche del D'Anna, accen­tuando anche l'esperienza del classicismo ma­rattesco, rinvigorito alla luce della più nuova influenza del Batoni. Questi forti componenti di cultura romana non lasciano dubbi sugli intendimenti artisti­ci del Manno, e anche senza volere necessa­riamente supporre un suo diretto viaggio a Roma, attestano una sua puntuale conoscen­za dei fatti artistici maggiormente legati all'ambiente accademico della Capitale14.A fomentare questi contatti era del resto la stessa committenza siciliana, che, nell'intento di emulare i “cugini continentali», subordina­va la scelta dei pittori incaricati di magnificare le glorie della casata o dell'ordine monastico d'appartenenza all'approvazione incondizio­nata dell'Accademia di S.L uca”. Dall’ultima produzione di Antonio Manno, permeata di ispirazioni riconducibili ai canoni classici, “prende “l’avvio il Velasquez, per spingersi un avanti sulla via di un più autentico classicismo, senza tuttavia liberarsi mai del tutto dalla ipoteca di terrestre gravezza”, che gravava l’arte del nostro
Tra virgolette note critiche di Citti Siracusano in “Pittura del Settecento in Siciliana”

Le opere
* Decorazione a fresco del chiostro dell' Oratorio Picco­lo di Palermo, dal 1769 al 1771, a continuazione dell’opera interrotta dal D'Anna.
* Decorazione a fresco la Galleria del palazzo del barone di Baucina, nel 1771, con la celebrazione delle Virtù della famiglia.
* La Deposizione del 1771 per la Cattedrale di Mistretta.
* Gli affreschi della chiesa del collegio di S. Maria del Carmine, con la raffigurazione dell'Assunzione ed il Trionfo della mensa eucaristica.
* La Discesa di Cristo al Limbo e la Piscina probatica nella Chiesa palermitana di S. Orsola.
* La decorazione della volta di un salone del palazzo Valdina, che raffigura il ritorno dalle Fiandre in Sicilia della Famiglia, opera a noi non pervenuta.
* L'Immacolata,nel 1779, per il palazzo del Senato a Palermo.
* Cristo che appare a S. Gaudenzia, Cristo alla Colonna a Ragusa Ibla nel 1780.
* Gli affreschi del palazzo che il Principe di Belmonte di Venanzio Marvuglia, a noi non pervenuti.
* Presentazione di Gesù al Tempio, nella Chiesa di S. Maria dell'Arco a Noto.
* Il Beato Geremia resuscita una meretrice uccisa e decapitata dal marito, per la Chiesa di S. Cita.

* il Beato Geremia che profetizza al Senato palermitano la fine della carestia del 1444, nella Cattedrale di Palermo, dipintio, come la precedente opera, fra il 1785 ed il 1786 in occasione della beatificazione di Pietro Geremia.
* La Madonna e Santi Domenicani ed il Compianto sul Cristo morto, nella chiesa del Purgatorio di Ragusa Ibla, a cui hanno atteso, probabilmente, a più mani i tre fratelli.
* La Madonna incorona S. Rosalia, e un tondo con S. Rosalia, nel Museo Diocesano di Palermo, dipinti negli anni 90 del XVIII sec.
* Le decorazioni della chiesa di Ignazio all' Olivella, con la raffigurazione di Episodi della Sacra Scrittura.
* La Crocifissione fra la Madonna, le pie donne e S. Giovanni per l'Oratorio dei Bianchi a Palermo, del 1801.
* La Madonna e Santi, Il trapasso del Giusto, la Madonna, S. Carlo Borromeo e Santi , spediti nel 1801 ad Erice.
* La decorazione della Collegiata di S. Nicolò a Nicosia nel 1810, interrotta per il sopraggiungere della morte.